domenica 11 dicembre 2011

Montagna NEWS: Ospizio diffuso?

Leggiamo stamane un post del Blog Valtolla, sempre ricco di spunti interessanti.

Nell'articolo di Marco del lest troviamo tante considerazioni che riteniamo importanti riportare anche in questo blog, che normalmente si occupa di geologia ma che non disdegna (non si finisce mai di imparare) contributi da altri punti di vista.

In particolare il punto di vista è quello vegetazionale, quello del bosco, di come viene trattato o MALtrattato, di cosa e come farne qualcosa di utile, dei responsabili e dei "fruitori" di questo bene.

Ci è piaciuto un passaggio dell'articolo che con parole semplici arriva a dipingere il cuore del problema, lo riportiamo qui:

"Tutti sanno che le nostre montagne sono in stato di perenne abbandono, basta percorrerle in questa stagione e vedere quanti sono i camini che fumano nelle frazioni o quale è l’età media delle persone che si incontrano per strada o nelle scarse osterie ancora aperte. Assistiamo ad una nuova forma di aggregazione sociale, quella “ dell’ ospizio diffuso”

Ci sono, e pensiamo ci saranno sempre, scuole di pensiero diverse sulla funzione del bosco nei confronti del dissesto idrogeologico.. Il bosco aiuta? Il bosco crea problemi? La pianta singola su un pendio è pericolosa per la stabilità dello stesso? Occorre tagliare? Come sempre non esiste una ricetta "pronta per l'uso" ovunque. Tuttavia molti esempi fatti nell'articolo sono sicuramente pertinenti, primo fra tutti l'abbandono di molti boschi creati dall'uomo decenni fa con funzione di protezione o stabilizzazione e oggi dimenticati, siano essi le robinie a bordo strada (piante enormi a rischio caduta) o i boschi di conifere della media-alta collina (rischio incendi)! 

Un altro passaggio che colpisce e che veramente denota il comune menefreghismo verso il nostro territorio è il seguente:

"se prendiamo un campione di 10 cittadini che abitano in un condominio di Ponte dell’Olio edificato nei pressi del torrentello “Rio Cisiaga”, sono pronto a scommettere che solo 2 di loro hanno un’idea di dove sia la sorgente di questo rio e soprattutto di come sia messo, in termini di sicurezza idrogeologica, l’alveo di questo torrentello. Con questo non voglio attribuire colpe agli altri 8, ma è semplicemente per evidenziare il dato di fatto del distacco che abbiamo tutti verso il nostro territorio"

Ci sono molti altri spunti che riprenderemo, ma ora vogliamo chiudere sottoscrivendo un pensiero di Marco dal lest:

"Ma le com. montane in 40 anni dalla loro istituzione cosa hanno prodotto per lo sviluppo dell’economia lontana? Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la maggior parte dei territori montani (ad eccezione di quelli dove nevica firmato come dice Mauro Corona) sono agonizzanti, popolati da anziani e l’unico dato in costante aumento e l’emigrazione. In un paese serio questi enti dovrebbero riconoscere il loro fallimento e portare i libri in tribunale…."

Gli strumenti c'erano, ma si sono rivelati l'ennesima occasione perduta!


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