martedì 30 agosto 2011

Rinaturalizzazioni

Siamo a Morfasso, in alta valle dell'Arda. Qui per anni hanno scavato marna, una roccia bianca, misto di calcare (carbonato di calcio) e argilla.

Da queste rocce, mediante processi ad alta temperatura, si produce il cemento. L'impianto industriale che riceve questa materia prima è quello di Molino Teodoro, la cosiddetta "cementeria"... un complesso altamente impattante che non si può non vedere percorrendo la fondovalle o sporgendosi dalla bellissima Pieve di Vernasca.. Peccato per questa scelta poco attenta alla tutela del paesaggio in genere e in particolare delle opere di pregio che si affacciano su questo catafalco..

E' andata invece meglio per la miniera di marna! Miniera, si, non si tratta di un errore. L'escavazione di questo materiale, secondo una norma datata (Regio Decreto 29 luglio 1927 n° 1443), si definisce miniera anche se operata a cielo aperto.


La foto qui sopra (link) mostra lo stato attuale (maggio 2011) della miniera di Morfasso. E' possibile osservare il piazzale in uso e un piccolo settore a destra ancora in escavazione. 

Nella parte sinistra della fotografia è invece interessante osservare la rinaturalizzazione operata sul versante già soggetto ad escavazione. Dopo aver dato un giusto angolo al pendio scavato (a gradoni) è stato riposizionato il terreno vegetale preventivamente scorticato e accantonato. Su di esso sono stati poste a dimora diverse essenze vegetali e riseminato il prato.

Che dire? Si tratta di una buona opera di "riparazione" delle ferite causate alla montagna per la nostra fame di cemento.. Questa miniera è un esempio molto interessante di quello che si può fare SE lo si VUOLE fare bene.. ma purtroppo girovagando per il primo appennino piacentino nelle valli limitrofe si possono trovare esempi meno lodevoli di come si possa abbandonare una miniera o una cava...

Tuttavia, in merito alla fame di cemento che una parte della popolazione mostra ci poniamo grossi interrogativi. E' vera fame di nuove costruzioni oppure è un riflesso condizionato? Esiste davvero questa necessità di mangiare montagne, bruciare milioni di metri cubi di gas, carbone, cdr e assimilati, consumare ettari di fertile suolo agricolo per costruire nuovi interi quartieri o città..??

Quando "tutti" avremo una casa unifamiliare nuova, un bel giardino, nuovi centri commerciali ecc, cosa ce ne faremo dei vecchi centri abitati che via via si degradano? Cosa ce ne faremo di enormi strade asfaltate che aumenteranno l'isola di calore cittadina e che ci costringeranno (è un gioco perverso!) ad aumentare l'uso dei condizionatori? Ma soprattutto: cosa mangeremo o cosa mangeranno i nostri figli? Ci abitueremo a consumare carni provenienti dall'Argentina o dalla Scozia, a mangiare frutta dalla Spagna o dal Nord Africa e bere latte (o latticini) fosforescenti che arrivano da oltre oceano?

E pensare che i nostri nonni consumavano gli stessi alimenti ma che provenivano dai loro campi o dalle loro stalle..............

POVERO UOMO PERSO..!!

1 commento:

  1. sempre che non si decida di seppellirci scorie o rifiuti

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