sabato 28 dicembre 2013

Proposta indecente

Ebbene si, questo post è un po' "fuori dalle righe"..


Siamo all'invaso di Mignano, una diga a gravità dei primi decenni del 1900, che soffre di un problema importante.. tende a colmarsi di fango a ritmi abbastanza elevati. Da quanto a conoscenza sono stati fatti diversi studi circa la possibilità di rimuovere il fango, ma i risultati hanno messo in luce la grande difficoltà nella gestione di questi, ad elevati contenuti di acqua e quindi non palabili. Nessun riutilizzo pare possibile in altri processi industriali.

Ne consegue che la diga è destinata a diminuire anno per anno la capacità di invaso, fatti salvi i periodici svasi che rimobilitano parte del fango di fondo con tuttavia gli evidenti problemi nell'asta dell'Arda a valle..

E quindi, che fare?

Vediamo una foto scattata durante l'ultimo svaso del 2013. In rosso sono riportati i limiti dell'ammasso roccioso sommerso dalle acque.


Stando alla Carta Geologica Regionale la formazione rocciosa in esame sarebbe il Flysch del Cassio (MCS), la stessa che intende coltivare Buzzi-Unicem per la futura (?) miniera di Monte Vidalto. 


Una stima di massima dei volumi in gioco potrebbe essere di almeno 200.000 metri cubi, certamente non paragonabili alla capacità dell'invaso originario, ma comunque un ulteriore riserva di acqua da non trascurare in tempi di crisi idrica..

Se il materiale cavato fosse effettivamente di interesse dell'impresa quale materia prima, questa potrebbe estrarre il materiale roccioso a sue spese abbattendo di conseguenza i costi per il Consorzio gestore dell'invaso.

Sarebbe interessante fare una tesina sull'argomento, con qualche laurendo triennale di geologia...

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