venerdì 20 giugno 2014

Pianificazione del territorio, urbanistica e storia dimenticata.

Qualche anno fa, a Maiano di Podenzano, nel mezzo di un campo comparve un "vulcano" di fango.. Era l'estate del 2003. Sicuramente qualcuno magari si ricorda ancora, anche il quotidiano locale diede risalto alla notizia.



Si disse un po' di tutto, anche che forse di li a breve sarebbe arrivato un terremoto, che una "frattura" si era aperta nel sottosuolo, e tante altre simpatiche curiosità.

In quel periodo passai tante ore (e giorni..) a campionare quei fluidi e a misurarne temperatura e altri parametri chimico-fisici, allo scopo di comprendere di che acqua si trattasse. Un sunto in breve delle caratteristiche del fluido: bassa temperatura (15-16°C), conducibilità elettrica elevata (circa 30 mS/cm), redox negativo, colore del fango grigio-azzurro, presenza di olio e gas metano.

La prima impressione fu quella di un fluido proveniente dal Pliocene. Un veloce controllo della carta geologica permise di osservare la presenza di un'anticlinale sepolta a profondità piuttosto modeste e di confermarne la possibile origine. 

Ma come mai quest'acqua arrivava in superficie non era ancora chiaro, anche se alcuni indizi già c'erano. Grazie alla collaborazione del Prof. Cassiani (allora UniMiB) provammo a fare una tomografia elettrica. Il risultato lasciava vedere una zona satura di acqua salata che andava a sparire all'aumentare della profondità.

Due indizi non fanno una prova... ma è un inizio. E allora via a scartabellare vecchi testi.

La "frattura" di Maiano poteva essere in realtà un vecchio pozzo che per qualche motivo aveva iniziato a "perdere". E così è stato dimostrato dagli scavi fatti nei mesi successivi. Stesso fenomeno ma con meno risalto mediatico avvenne anche sulla strada che porta al "Molino del fuoco" (toponimo che probabilmente potrebbe non essere del tutto casuale..).

In effetti questa zona, all'inizio del secolo passato, è stata oggetto di interesse delle compagnie petrolifere per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Di seguito riporto un piccolo estratto di una cartografia di settore che ci permette di osservare il gran numero di pozzi perforati lungo l'anticlinale sepolta tra Podenzano e San Giorgio.


La cartografia qui sopra indica la presenza di numerosi pozzi, ora dimenticati, ma soprattutto sepolti! E questo potrebbe essere nel futuro un problema non trascurabile..

Premessa:
i pozzi di cui stiamo parlando sono stati tutti perforati precedentemente al 1962, anno in cui il campo fu abbandonato per esaurimento. Ma attenzione che esaurimento per le compagnie petrolifere non significa che non esiste più gas e/o petrolio li sotto, ma solo che la sua estrazione non era più economicamente vantaggiosa.

La sotto gas ne esiste ancora in buone quantità, tant'è che in alcuni pozzi irrigui della zona di Altoè si sente gorgogliare.. e talvolta mi risulta che qualche agricoltore locale abbia avuto un incontro ravvicinato e pericoloso con il metano..

Due parole infine sulla chiusura mineraria dei pozzi. Quando un pozzo smette di essere produttivo, per evitare che differenze di pressione tra sottosuolo e il piano campagna facciano risalire fluidi non desiderati (esattamente quello che è successo a Maiano), tali pozzi vengono riempiti di miscele cementizie ad intervalli di profondità prescelti e l'ultimo tratto di tubazione viene tagliato a qualche metro sotto al piano campagna, così che l'agricoltore possa riprendere la sua attività senza alcun ostacolo.

Detto ciò, il problema che potrebbe presentarsi negli anni a venire è che di tali pozzi (da una cartografia vista all'epoca ne ricordo oltre 40, se la memoria non mi inganna) si perda memoria e traccia.. così come è successo con quello di Maiano, nonostante fosse stato perforato a pochi metri da una strada importante. 

Ma finchè un pozzo si riapre nel bel mezzo di un campo... oltre a qualche evidente disagio per l'agricoltore e possibili fenomeni di inquinamento da idrocarburi grandi problemi non ce ne sono.

Ma qui si vorrebbe porre l'attenzione sugli strumenti urbanistici e le conseguenti aree di espansione residenziali o industriali.

Una ricerca di termini chiave come "pozzi", "gas", "petrolio" nella relazione del PSC di Podenzano (http://www.comune.podenzano.pc.it/userfiles/File/psc/PSC_R_Relazione.pdf) non forniscono alcun rimando al testo, fatti salvi i pozzi di acqua.

Nel 2003 ebbi l'occasione di parlare con un agricoltore locale che coltivava i campi dietro l'azienda agricola posta nei pressi dell'incrocio tra Via Scotti e Via Case Gatti. Mi parlò di un punto non meglio precisato in mezzo a uno dei suoi campi dove periodicamente affondava con il trattore. Non essendo Podenzano zona di fontanili, è anche plausibile che tale "umidità" potesse essere l'indizio di un pozzo sepolto che perdeva.

Poche settimane fa, passando per Via Scotti, ho potuto notare che i campi di allora ora sono diventati una zona residenziale... 

Non ho prove che effettivamente fosse un vecchio pozzo, ma se l'agricoltore ci avesse azzeccato, chi abita li è conscio di averlo sepolto nei pressi?

Tornando infine alla pianificazione urbanistica, sarebbe interessante, anche se a posteriori, sovrapporre la cartografia dei pozzi perforati nell'ambito del Permesso di Ricerca "Altoè" e valutare le aree a rischio già edificate e quelle in previsione.

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