sabato 12 aprile 2014

Castell'Arquato e le sue acque /1

Un estratto da l'interessante pubblicazione "Valdarda e Valchero" di G.F. Scognamiglio e G. Macellari, edita nel 1975 a cura della Camera di Commercio di Piacenza.

Gli autori ripercorrono alcuni avvenimenti storici di Castell'Arquato che hanno interessanti risvolti idrogeologici. Si parla di manifestazioni naturali (e non) di acque chimicamente anomale, tutte fredde, ma all'epoca.. degne di essere prese in considerazione per progetti di piscine termali!

Ecco di seguito il primo estratto, un po' lungo, ma necessario nella sua interezza per comprendere le attese di allora. Mi aspetto un gradito intervento di Sergio Valtolla, esperto conoscitore della zona e della storia locale!

Si parte!

"Area termale
Al parco delle Driadi, a un passo dalle case prese in affitto e dagli alberghi affollati, sciamano all'ombra degli alberi secolari, mammine e carrozzelle, nonni e nipotini, alternandosi alla fontanella che sgorga dalla viva roccia con vaghi sentori di ferro e di zolfo, dissetandosi con acqua minerale deliziosamente fresca e leggera.
A pochi chilometri da Salsomaggiore e da Bacedasco Terme, poteva Castellarquato rimanere estranea al  "bum" delle cure idropiniche?
Bastava dare un'occhiata alla carta topografica per accorgersi che la zona arquatese costituisce la continuazione dell'area termale salsese. E poi il "Fontanino" del parco delle Driadi non dava fino a qualche anno fa acqua ferrugginosa da un beccuccio e acqua solforosa dall'altro? Tempo fa sgorgò abbondante per oltre un mese un fiotto di acqua dal caratteristico odore di iodio, segno evidente che l'acqua salsobromoiodica era lì a portata di mano, sotto la roccia del colle di Magno. E il veterinario dott. Angelo Fantoni, prima che altri scavassero pozzi e attingessero acqua in grossi quantitativi, non aveva in casa un'acqua casalainga che emanava odore di idrogeno solforato?

"La Castellana"
Proprio in conseguenza di questi fatti concreti, il 7 ottobre 1967 si costituì a Piacenza la società "La Castellana" che chiese e ottenne pochi mesi dopo, la regolare concessione dal ministero dell'industria (distretto minerario di Bologna) "per fare ricerche di acque minerali" su un territorio di 365 ettari.
La concessione, denominata "torrente Arda" confina a est con quella di Bacedasco Terme, a nord con la linea Casabenna - La Cinta di S. Lorenzo, a ovest con le Coste Orzate (dietro il borgo, verso le vigne), a sud con il rio Crevalese e il Monte Oliveto.
La ragione sociale? Sfruttamento e valorizzazione delle acque minerali del comune di Castellarquato anche per scopi sportivi e turistici, costruzione e gestione di piscine, di fontane e mescite di acque potabili e minerali.
Sono trascorsi sei anni dalla data della concessione; nello stesso territorio di Castellarquato le Terme di Bacedasco hanno segnato il loro "bum" richiamando decine di migliaia di curandi e di turisti (il trenino, l'acqua della giovinezza, l'acqua anticarie); intanto "La Castellana" ha lavorato in silenzio, ha compiuto le prime ricerche, ha fatto eseguire le analisi, ha ottenuto risultati definiti "esaltanti".
Proprio davanti al borgo, sulla sponda destra dell'Arda, duecento metri a valle del ponte e a cinquanta della strada comunale dei Frati, dalla profondità di una trentina di metri la trivella ha captato una sorgente abbondante di acqua solforosa ricca di potassio. Il suo grado solfodimetrico secondo le analisi della Università, è di media portata, quindi si tratta di un'acqua adatta non solo ad inalazioni e bagni, ma anche a cure idropiniche. Milanesi, piacentini, cremonesi e parmigiani hanno attinto a... pieni canestri per tutta l'estate l'acqua del Fontanino dei Frati. A sentire il loro parere, quando tornavano a far rifornimento, tutti avevano una lode: diuresi, ricambio e pelle avevano tratto giovamento.
Altre acque solforose sono state captate agli Scartazzini e sul Lungarda a monte del ponte, in sponda sinistra.
Sono pronti da tempo i progetti per la costruzione di una piscina coperta termale con annessi un bocciodromo coperto, un campo da tennis, un campo per la pallacanetsro, un campo giochi per i bambini, il tutto circondato da aree verdi e limitato verso l'Arda da una fascia verde di rispetto del torrente. Gli impianto possono sorgere tanto sulla riva destra, a valle del ponte, quanto sulla riva sinistra, a monte del ponte perché la società dispone di due aree: la prima di novemila metri quadrati, l'altra di diecimila.
Quando cominceranno i lavori?
Noi continuiamo le trivellazioni, gli studi e le ricerche - ci hanno risposto gli esponenti della società - e siamo sicuri che l'iniziativa della piscina termale e degli altri impianti, se realizzata, favorirà l'economia turistica arquatese e dell'intera Valdarda. Occorre intanto un piano regolatore generale."

 Seguiranno altri estratti..!!

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